If you can’t eat, just write.

lunedì 18 novembre 2013

Londra brucia

Una canzone che ti ricorda di momenti e giorni lontani. Ritornano e riaffiorano le stesse sensazioni, unite a nostalgia e un po' di malinconia. I tempi in cui c'eri tu e la tua musica perfetta e le emozioni, tutte lì, insieme e splendide. 
Poi sei andata avanti e la tua vita è cambiata, e come è cambiata lo saprai solo tra qualche anno, quando ti guarderai indietro, e sarai abbastanza grande e saggia da giudicare. Tutti i passi che hai fatto e che farai, le esperienze che vivrai e i momenti no, quelli che proprio non vorrai ricordare, quelli che ti sono costati una fatica immensa... Le scelte sbagliate, i pianti, le difficoltà e la vittoria, tua, immensa e personale. 
I pensieri sono partiti dalle note che mi hanno portano indietro al viaggio del cuore, quello della nuova vita, quello del passaggio e della crescita. Ci saranno sempre posti e odori che te lo ricorderanno, sapori e canzoni che magari tra dieci anni saranno del passato, il tuo, e che riascolterai in macchina, per caso, quando starai andando a lavoro. E allora sorriderai e le immagini torneranno tutte, fino all'ultima, le risate riecheggeranno ancora e farai un tuo piccolo viaggio nel tempo, un salto indietro e tornerai per un attimo con gli amici di allora, con le persone che sono cresciute con te e magari ti chiederai: "Adesso dove saranno molti?" 
Sicuramente saranno sempre con te in quei giorni, anni prima, ancora a ridere e a mangiare in camera e a raccontare storie e vita vera. E la te del futuro, invece, dovrà salutare l'adolescente che è stata e partire, perché il semaforo è diventato verde e perché la vita è avanti, ma ogni tanto è bello tornare indietro.

Giulia

giovedì 14 novembre 2013

Look inside of you

La mattina mi ha portato finalmente un po’ d’ispirazione. Pensavo alla volontà e alla voglia di farcela. Probabilmente è soltanto un momento di emozione passeggera, ma mi ha fatto venire voglia di scrivere sul futuro e sull’insicurezza che genera.
Siamo totalmente all’oscuro di quello che succederà, nonostante la lotta continua con noi stessi per programmare nel dettaglio tutto il programmabile e non. Quanta fatica e quanto tempo spesi… È che io penso che sia un po’ anche la voglia di sognare e sperare, un modo per sopravvivere ai fatti e al fatto che in fondo siamo inseriti in qualcosa di così grande e complesso da non capirne la portata. Poi aggiungiamoci il nostro cocktail di emozioni e insicurezze. Ci siamo dentro fino al collo, annaspiamo per una boccata di ossigeno, nuotiamo nonostante la corrente ci porti giù . E qui entra in gioco la speranza, la voglia di farcela, la forza di volontà e una pseudo sicurezza che altro non è che insicurezza con un travestimento da oscar.
È stato un modo per convincermi… Il più delle volte abbiamo bisogno di parole e di mille rassicurazioni. Ma la verità è che se non troviamo dentro di noi un equilibrio tutto nostro continueremo a essere piccoli puntini in un mare troppo grande.

Giulia